Sono laureato in economia e di professione faccio l’animatore. Sarò più preciso: lavoro nel turismo e provo ad inventare cose per rendere ancora più piacevole la vacanza all’Ospite. Il mio lavoro è la mia passione, o della mia passione ho fatto un lavoro (se preferite).
Che, diciamolo, potrebbe essere la passione di molti: stare in mezzo alla natura, in compagnia, divertendosi. Ai bambini, questa è la cosa che viene meglio: giocano, in compagnia, se possono all’aperto con un unico scopo: divertirsi. Il più a lungo possibile, il più intensamente possibile.
Per questo motivo qualche anno fa assieme a mia moglie Federica abbiamo “creato” il Villaggino. Il Villaggino non è un parco giochi, o meglio, non è solo un parco giochi, ma un posto in cui ogni bambino dovrebbe avere la possibilità, prima di tutto, di trovare qualcuno con cui poter giocare. Trovata la compagnia il gioco rende qualsiasi cosa più semplice. Il gioco permette di provare e riprovare. Gioco vuol dire regole, limiti, scoperte e molte altre cose che si accettano e si condividono pur di continuare a stare assieme, perché di base c’è il divertimento.
Sono due le cose che più di altre caratterizzano il Villaggino: la parete di arrampicata e l’Orto di Gino. Istintivamente un bambino arrampica, lo chiamano istinto primordiale, ma è solo quando arriva in cima alla parete che realizza cosa è riuscito a fare, è una gioia difficile da spiegare. Si può solo percepire nel suo sguardo. La seconda, l’orto, è la riprova di come il bambino resti affascinato di fronte alla natura che cresce. Per queste attività non esiste età. Il Villaggino vorrebbe essere quella parte di vacanza in cui tutti dovrebbero provare, anche solo per alcuni brevi momenti, a sentirsi bambini.
Se questa magia accadesse veramente tutto ciò che circonda il Villaggino verrebbe percepito con occhi diversi: dalla semplicità di una passeggiata nel bosco alla visita di uno dei siti archeologici più antichi d’Europa… Non importa dove ti trovi ma con che stato d’animo la vivi! Non so chi l’ha detto, ma qualcuno prima di me l’avrà scritto.