Da sempre mi ritengo molto fortunato di vivere in una valle ancora oggi rimasta relativamente ai margini del grande flusso turistico, quindi in un ambiente ancora integro dove, si può ancora respirare l'importanza dei lontani richiami di vecchie culture e delle tradizioni alpestri racchiuse nelle varie testimonianze superstiti dell'antica presenza dell'uomo di montagna; origini, strutture e valori che richiedono tutt'oggi la sensibilità e l'impegno di saperle difendere, conoscere, recuperare e preservare; e tutto questo per non dimenticarle e lasciarne l’importante traccia per le future generazioni.
E a guardarla bene anche dall'alto, sembra proprio che la straordinaria corona di guglie e pareti che racchiudono l'anfiteatro roccioso della Val d'Ambiez, sia stata quasi creata apposta per proteggere e custodire la singolare bellezza contenuta là dentro, quasi a volerla trasformare nel raro privilegio dell'attrazione da riservare agli occhi più sensibili, ai camminatori curiosi di conoscenza, agli escursionisti amanti dell'avventura, agli arrampicatori esigenti di eleganza.