Comano, che panorama!
In cerca di un punto panoramico su tutta la Valle di Comano? Te lo diciamo noi, c'è un piccolo paese da dove lo sguardo si perde fino alle montagne!
Hai presente quando si dice che il nome è tutto un programma? Per Comano, piccolo borgo rurale alle pendici del Monte Casale, il detto non vale. Perché da noi quando si dice Comano il pensiero corre dritto alle Terme di Comano e fa chiedere a molti se Comano è proprio il paese delle Terme. Ma Comano è un paese a sé, senza parentele dirette con le Terme che, per rimarcare meglio la propria identità, si fa chiamare Comano Paese.
Adagiato all’orlo di boschi di faggi e abeti, Comano ha l’anima contadina. La ritrovi nelle case adorne di portali, ballatoi, scale esterne, fontane in pietra e nei terrazzamenti realizzati, tempi or sono, dai contadini per rubare terreno al bosco e coltivare la vite. Oggi quelle viti, per lo più soppiantate da altre coltivazioni, resistono rampicanti su molte pareti delle case e regalano fresche soste d’ombra in estate, dove fermarsi a far due chiacchiere.
A darti il benvenuto al tuo arrivo a Comano, sulla destra, c’è la chiesa di San Giacomo dal campanile a cipolla, ricostruita in stile neoclassico nel 1852 su una grande zoccolatura di pietra.
A sinistra, invece, si allarga la Tor, come da queste parti chiamano la spianata alla sommità del Dos di Bes. Per la gente di Comano questo è il punto più panoramico di tutta la valle, con la sua vista grandiosa dalla bocca di Val Lomasone a quella di Molveno.
A Comano andare a destra o a sinistra cambia realmente la prospettiva e i panorami, diversi ma sempre superbi. Alla fine dei prati di Pian di Bondone c’è il bivio più famoso e conosciuto, anche tra bikers e trekkers.
La strada a sinistra si snoda lungo l’antica mulattiera che un tempo collegava Sarche con le Giudicarie. Conduce al Passo della Morte, teatro della romantica leggenda secondo la quale Aliprando di Castel Toblino venne ucciso a tradimento da Graziadeo di Castel Campo mentre si recava ad un appuntamento d’amore con Ginevra, castellana di Stenico.
A destra, invece, parte La Panoramica, la strada che conduce al Monte Casale. Un nome che stavolta è davvero tutto un programma. A chiamarla così fu un parroco del paese, soprannominato don Bartali per la sua passione per la bici. Arrivati alla sommità del Monte Casale, detto da queste parti Cornasel, l’occhio rimane illuminato dallo spettacolo infinito dei panorami che si aprono all’orizzonte.
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