Borgo di Rango, una storia sconosciuta
A Rango c’è un posto chiamato Credole. Si chiama così perché è ricco di creda, come in dialetto viene chiamata l’argilla, la materia prima per fare le ceramiche.
La storia delle ceramiche del Bleggio inizia il 15 giugno del 1997, in una domenica piovosa. L’intensa pioggia riporta alla luce, in uno sbancamento vicino alla chiesa di San Luigi a Balbido, numerosi frammenti di ceramiche dipinte. Per un anno intero questa improvvisata discarica viene vagliata con curiosità e passione da un gruppo di ragazzi del posto guidati da Tomaso Iori, appassionato di storia e qualche anno dopo creatore del Museo della Scuola a Rango.
Centinaia di frammenti vengono ritrovati, studiati e ricomposti come tanti puzzle, per ricostruire piatti, ciotole, scodelle e boccali dai motivi floreali e geometrici.
In molti a Rango ricordano ancora il gioco delle crape, come vengono chiamati i minuscoli pezzi di ceramica smaltata che era facile ritrovare nella terra smossa dell’orto o nei resti dei lavori di ristrutturazione. I ragazzini, tra i cinque e dodici anni, si sfidavano in un esercizio di abilità che aveva come premio finale il ricco frammento. Quello più ambito era di color verde brillante!
Ed è proprio a Rango, nella Casa dei Gaetàni, che nel 2001 viene ritrovata la fornace con annesso forno di cottura. Produceva vasellame, formelle e olle da stufa di epoca rinascimentale. Sono venuti alla luce qui otto piccoli frammenti che hanno ricostruito la mattonella del Cavaliere corazzato, quella che oggi è il logo del Museo della Scuola a Rango.
Nel piccolo museo sono esposte gran parte delle opere ricomposte in ceramica e dei frammenti ritrovati. A raccontarti la loro storia ci penserà Tomaso, quello con un’emme sola.