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Balbido, il paese dipinto

Balbido è un paese dipinto. La cosa migliore per assaporare la sua magica atmosfera artistica è vagare tra i suoi vicoli senza meta, perdendosi ad ammirare i murales che decorano i muri delle case.

Ovunque ti giri trovi splendide pitture: ti accorgi subito di essere finito in una specie di museo all’aperto, dove ogni casa diventa una tela dipinta.

I murales di Balbido

Ma perché Balbido è pieno di murales? Tutto è nato nell’estate del 1987, quando sei pittori furono invitati a dipingere i primi murales dal locale gruppo culturale La Ceppaia. Da allora i murales sono diventati quarantotto. Un trionfo di colori.

Già all’ingresso del paese si intravedono i primi. Sbucano all’improvviso sui muri delle case quasi a volerti invitare a proseguire. Allo svoltare di ogni angolo vieni accolto da storie, da personaggi, da leggende che lasciano spazio ai ricordi. Passeggiare per Balbido è come aprire un libro dalle mille immagini. Un album di dipinti, semplici e delicati. Raccontano di mestieri oggi in disuso. L’ombreler, che con pazienza rimetteva a posto archi, tele e molle degli ombrelli. Lo spazzacamino, che sognava la sua innamorata di bianco vestita. El caregheta, che rattoppava le sedie con la paglia. Ma anche di antiche usanze, di riti sacri, di emigrazione, di bianchi cavalli che fino a qualche anno fa animavano il Palio di Santa Giustina, sul finire dell’estate. 

E soprattutto di streghe, quelle burlone e dispettose. Le strie, come si chiamano da queste parti, erano occupate a gettare sassi contro le ruote dei carri che rientravano dalla vicina Val Marcia carichi di legna o a provocare violente grandinate sulle campagne del Bleggio. A loro è dedicata una grandissima opera in legno e canne di bambù. Ritrae una strega con il suo pentolone per gli incantesimi. Posta all’ingresso del paese, con i suoi 10,77 metri di altezza è entrata nel Guinness dei Primati come la strega più grande del mondo. 

Un record, come le oltre trenta sculture lignee che impreziosiscono gli angoli più intimi e nascosti del paese. Sono frutto del genio artistico di scultori provenienti da tutto il mondo e richiamati ogni estate per un simposio che resiste dal 1989. Perché a Balbido l’arte ha trovato casa

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